You've got to consider, we're not music reviewer.
But there is music we listen to, anyway, always looking for something old or new that could eventually represent us for who we are here and now.
So what could be better then the Musica Importante A Milano festival.
Or even better, why not go to talk with someone so fresh, new, easy that it consumes you.
I Cani are from Rome. They could be from Milan for what I care. Or any other big Italian city.
I Cani have been around for something like an year, on the web, when they started off with "Wes Anderson".
And like me and you, a lot of people commented, shared and criticized.
I Cani were anonymous. At least since a couple of months ago, during Miami, the first concert that got the hill crowded, a secondary stage in the Independent Italian Music festival, even before the nameless band before them ended. Everybody was looking up for this, impatiently.
So they started preparing the stage, with paper bags on their heads, keeping the anonymity.
Paper bags drop off at the end of the introduction.
During the show, fabulous all around. Stuff as heavy-weighted groupies and pogo in the mud worthy of Woodstock.
And everybody would sing. Everybody.
After the concert, we track them down. They told us to wait backstage, they would have been there, but "right now we have to clean up the stage". We were about to stop them in front of the entrance, but other interviews had to be made. At the end of that they were running but we got them. every single one of them. We didn't had a lot of time, Verdena were already setting up.
Niccolò, the band's leader:
- I'm really not getting all this need to get ut of the stereotype. It's not lik you quit dressing up a certain way only because everybody does it, or you stop watching Wes Anderson movies, only because a lot of assholes watch them too. I find that really hideous. It's actually an effect we're risking too, if we go on with those interviews, people will get bored.
I don't think there is nothing bad in doing something other people does too, the only thing that counts is understand if we're doing that because we like it, because we believe in this, or not.
I tried to get out of the music stereotype, compared to the last entries in the italian scene, the "sleepy lyric songwriter" who talks about his stuff with a suffering note, victim almost, so I look around an frankly there is not that much people only suffering.
There is a moment when you suffer, but there is a moment when it gets better, and I feel like no one is singing about that. As a narrative voice I tried to be diversified, talking about when you're cynical, intolerant, happy.
more and italian after the jump
In Rome a certain type of music only covers defined areas, and I believe in Milan there is much more activity. We've been downtown, you couldn't move, and in Colonne, a lot of people, everybody well dressed.
I'm talking without knowing, having been here only for one night, but the Idea is that here youth is looking forward, more and more.
We kept being I Cani from our private life. But the need of live shows got us to put ourselves out there. We still want to keep the distance, a detachment, primarily from the Italian indie scene.
Having an Lp that works, there is interest, but I don't feel like wanting to be an Icon, as others are. It's a heavy experience, but it's cool to see such a crowded public, since this was our first show ever. We'll start the tour in October, with a couple of summer concerts before that.-
About stereotypes, we had our own picture about I Cani, their style, the way they behave on the stage, we though that represented their work so far: stripes on t-shirts and skinny jeans, beards, hats, laced shoes, typically "indie".
-It's weird, because is a situation where as you move you get it wrong, so we really went for random clothes. Cause if you wear certain stuff you'll give a casual image of yourself, if you try too hard everybody is gonna go "what the fuck is he doing". So we decided to go for Mickey Mouse t-shirts, one of the guys is nuts about that so we just went for it.-
Then the Verdena started their show, but we got our questions all out.
I Cani - Velleità
Però la musica la ascoltiamo, sempre comunque, alla ricerca di qualcosa di nuovo o vecchio che possa rappresentarci per come siamo adesso e ora.
E quindi cosa meglio del festival della Musica Importante A Milano.
Ma ancora meglio, perché non andare a parlare con chi è talmente nuovo, talmente fresco, talmente facile, che ad un certo punto ti usura.
I Cani girano oramai da un anno, sulla rete, quando si sono presentati con il brano Wes Anderson.
E proprio come me e te, tanta gente li ha commentati, condivisi e criticati.
Siamo arrivati presto al festival, dovevamo prendere tempo, prepararci le domande, organizzarci con lo staff, posizionarci sotto il palco. Ci siamo quindi messi a scrivere le domande su un blocco minuscolo, mentre le zanzare dell'Idroscalo facevano banchetto delle nostre gambe.
I Cani sono stati anonimi. Per lo meno fino al concerto di un paio mesi fa fa al Magnolia, durante il Miami, il primo concerto che ha portato a riempirsi tutta la collinetta, il palco secondario della manifestazione della musica indipendente italiana, ancora prima che il gruppo senza nome che suonava prima di loro finisse. Tutti erano in attesa dell'evento.
Cominciano quindi a preparare il palco questi tipi, con indosso dei sacchetti di carta, per mantener il più possibile il loro anonimato.
Buste che cadono, appena finita la prima introduzione musicale.
Durante il concerto, poi, c'erano cose favolose. Come delle groupie di molti chili più di quello che ti aspetti e un pogo nel fango degno di Woodstock.
E tutti, che cantavano le canzoni. Tutti.
Dopo il concerto, ci siamo messi ad inseguirli. Ci hanno detto di aspettare nel retropalco, che ci avrebbero raggiunto, ma dovevano scaricare gli strumenti, quindi ci avrebbero contattato dopo. Poi li stavamo per fermare, davanti all'ingresso, ma dovevano andare a fare un'altra intervista. Poi avevano finito l'intervista, stavano scappando, ma li abbiamo presi. Tutti assieme. Anche se avevamo poco tempo, e i Verdena si stavano già preparando.
Abbiamo parlato con Niccolò, fondatore della band:
"Non capisco poi tutta questa voglia di uscire dallo stereotipo. Non è che smetti di vestirti in un modo perché tutti si vestono così, o smetti di vedere i film di Wes Anderson, solo perché scopri che piacciono anche a un sacco di stronzi. Lo trovo molto stupido. Anzi è un effetto che rischiamo di avere anche noi, se continuiamo a fare interviste, la gente inizierà a dire che siamo una rottura di palle probabilmente.
Non credo ci sia niente di male nel fare cose che fanno anche gli altri, l'importante è capire se le facciamo perché ci piacciono, perché ci crediamo, o no.
C'è si il momento in cui uno soffre, ma c'è anche il momento in cui uno sta meglio, e mi sembra che questa cosa non sia mai cantata. Come voce narrante ho provato ad essere un po' più variegato, raccontando anche quando si è più cinici, più insofferenti, più contenti.
A Milano, rispetto che a Roma, dove la gente che ascolta una certa musica vive in zone ristrette, ho l'impressione che ci sia molta più attività. Siamo stati in centro, e non ci si muoveva, in Colonne, c'era tantissima gente, tutta ben vestita.
Parlo senza cognizione di causa, avendo fatto solo una notte a Milano, però l'idea è che qui i giovani guardino un po' più fuori, e che siano molto più numerosi."
"Abbiamo tenuto il più distinti possibili l'essere i Cani e la nostra vita privata. Però la necessità di fare concerti live ci ha obbligato a metterci la faccia. Comunque rimane la voglia di mantenere una certa distanza, un distacco, soprattuto per quanto riguarda il farsi trascinare nel vortice dell'indie italiano.
Sicuramente avendo fatto un disco, che và, c'è un po' di interesse, ma non è che ci tengo poi così tanto a diventare un'icona come altri sono diventati. È un esperienza comunque pesante, però fa comunque piacere vedere tanta gente, soprattutto per una prima esibizione in assoluto.
Inizieremo poi il tour ad ottobre, con un paio di concerti quest'estate."
"È strano, perché è una situazione in cui come te muovi sbagli, quindi ci siamo vestiti così alla cazzo di cane, per rimanere in tema. Perché se ti vesti in un certo modo vuoi dare una certa immagine più casuale, se ti vesti più curato allora ti dicono che cazzo fà quello lì. Che poi c'è stata sta cosa delle magliette di topolino, che piacciono a uno del gruppo e allora ci sembrava carino che avessero qualcuno la maglia di topolino."
Poi sono iniziati i Verdena, quando avevamo però finito le nostre domande.
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